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Murail, Tristan.

Compositore francese. Dal 1967 al 1971, dopo gli studi universitari, frequenta il Conservatorio Nazionale Superiore di Musica di Parigi, dove studia Onde Martenot con Jeanne Loriod e Composizione con Olivier Messiaen. Nel 1971 ottiene il primo Prix de Composition indetto dallo stesso Conservatorio. Tra il 1971 ed il 1973 è a Roma, grazie ad una borsa di studio dell'Accademia di Francia a Roma; qui conosce Giacinto Scelsi e ne rimane fortemente influenzato. Le sue prime opere sono eseguite nel 1974 e 1975 al Festival de Royan, poi al Festival di Donaueschingen e durante “Musica Viva” a Monaco di Baviera. Dalle collaborazioni con altri giovani compositori francesi come Gerard Grisey, Michaël Levinas e Roger Tessier, nasce nel 1973 il gruppo “l'Itinéraire”, un'ensemble di compositori ed esecutori uniti dal comune interesse per il fenomeno del suono, sia di origine strumentale che elettronica. Nella ricerca di un tipo di composizione che potesse superare i limiti della musica seriale, l'Ensemble de l'Itineraire si dedica alla musica spettrale, caratterizzata per la sua esplorazione del suono, dell'armonia, del colore e di altre qualità intrinseche, materiali o percettive, del linguaggio musicale. M. diventa il maggior referente dell'Itineraire per il settore elettroacustico e nel 1977 partecipa alla creazione del Collectif de Recherche Instrumentale et de Synthese Sonore (CRISS), costola informatica sperimentale dell'Itinéraire. A partire dal 1980 viene chiamato più volte ad insegnare informatica musicale agli Internationale Ferienkurse für neue Musik di Darmstadt. Dal 1982 al 1985 insegna informatica musicale al Conservatorio nazionale superiore di musica di Parigi. Dal 1995 al 1997, anno in cui si trasferisce negli Stati Uniti, presiede allo Studio Collectif et Compagnie ad Annecy. Gli anni Novanta consacrano M. come uno dei compositori più originali della sua generazione. Il suo dominio compositivo, fuori dalle convenzioni, si concentra sulle proprietà fondamentali del suono. La sua musica è intrinsecamente legata all'avvento del computer e propone una delle tavolozze sonore più creative della musica moderna. Forse i suoi maggiori contributi alla musica della nuova generazione sono la sua orchestrazione e il suo modo di vedere l'armonia, le cui corde estremamente ricche non vengono assolutamente limitate dalla scala temperata di dodici suoni. Il risultato è una musica fatta di trasformazioni, dove l'atmosfera ha alcune reminiscenze del rock progressivo degli anni Settanta. Tra le sue opere citiamo: Treize couleurs du soleil couchant (1978), Les courants de l'espace (1980), Désintégrations (1983), Cloche d'adieu et un sourire (1992), L'esprit des dunes (1994), Winter fragments (2000) (n. Le Havre 1947).